venerdì 6 novembre 2009

IN ITALIA IL TRIONFO DELLA CROCE

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Rivolta popolare contro la sentenza della Corte di Strasburgo

La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo

in cui si chiede la rimozione dei crocifissi dalla aule scolastiche ha

scatenato una rivolta popolare in tutta l’Italia. Rivolta con finalità

benefiche visto che adesso si stanno appendendo crocifissi dove

non c’erano e si stanno promuovendo iniziative e manifestazioni

in favore della Croce.

Da quando è stata resa nota la sentenza della Corte, è iniziato un

tam tam di lettere ai giornali, interpellanze nei consigli comunali,

messaggi via mail, telefonate alle radio, discussioni in ogni luogo,

messe e incontri di preghiera, per difendere e sostenere la

presenza del crocifisso, non solo nelle aule scolastiche ma in tutti

i luoghi pubblici. A conferma di quanto il popolo italiano abbia

radicato nel cuore l’identità con il crocifisso basta osservare

cosa stanno facendo sindaci, presidi, consigli comunali, direttori

di giornali, ministri, deputati, senatori, parroci, vescovi, insegnanti,

province, teatri, associazioni di imprenditori, cittadini tutti.

Un enorme numero di presidi ha chiesto di provvedere affinché

tutte le aule abbiano il crocifisso.

Nelle scuole di Parma c’è stata una vera e propria mobilitazione,

nelle scuole elementari, alle medie ed alle superiori, i crocifissi

sono stati appesi anche nelle aule che ne erano sprovvisti.

I presidi concordano: nessuno si è mai lamentato e il crocifisso

non si toglie. In una scuola di Roma, in una classe elementare

dove erano stati fatti lavori di pittura, i bambini hanno chiesto

alla maestra di appendere il crocifisso più in alto,

dove nessuno potrà mai toglierlo. A Imperia come a Sanremo

e decine di altre città le amministrazioni comunali hanno dato

ordine di portare il crocefisso anche nelle aule che ne sono

sprovviste. A Sassuolo, in provincia di Modena, il sindaco ha

acquistato 50 crocifissi per gli istituti scolastici che ne fossero

sprovvisti. A Trapani il presidente e gli assessori della giunta

provinciale hanno pagato di tasca loro 72 crocifissi da portare

nelle aule scolastiche dove il crocefisso manca.

A Trieste il sindaco Roberto Dipiazza ha dichiarato

"fintanto che sarò io il sindaco di Trieste nessun crocifisso

verrà rimosso da alcuna scuola comunale, né tantomeno dagli

uffici municipali". Il sindaco di Galzignano Terme in provincia

di Padova ha emanato l’obbligo di affissione del crocifisso in

tutti gli edifici pubblici, con tanto di multa di 500 per i

trasgressori. Ad Assisi il sindaco ha proposto di esporre nelle

aule pubbliche non solo il crocifisso ma anche il presepe.

A Busto Arsizio in provincia di Varese, l’amministrazione

comunale ha protestato con la sentenza della Corte di

Strasburgo, mettendo a mezz’asta la bandiera europea.

Il sindaco di Loreto, in provincia di Ancona, qualora la

sentenza di Strasburgo diventasse esecutiva, ha già pronta

un’ordinanza per impedire la rimozione dei crocifissi.

L’amministrazione comunale di Montegrotto Terme (Padova),

sta utilizzando i tabelloni per una campagna dove compare un

crocifisso con la scritta “Noi non lo togliamo”.

In rete sul social network Facebook il nuovo gruppo

“Sì al crocifisso nelle scuole” (sialcrocifis­so@gmail.com)

ha raccolto più di 27mila adesioni.

Ed un altro gruppo “Riportiamo il crocifisso nelle scuole”,

in pochissimo tempo ha raccolto 8.872 adesioni.

Nella capitale la Confcommercio di Roma ha chiesto a tutti

gli associati di esporlo nei propri negozi, aggiungendo:

“Se vogliono togliere i crocifissi dalle nostre scuole,

vuol dire che li metteremo nelle nostre aziende”.

Il quotidiano romano “Il tempo” ha lanciato un appello

pubblico (appello@iltempo.it) al Governo e al Parlamento

per controbattere alla sentenza di Strasburgo contro

l'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche.

Secondo quanto riportato da “Avvenire” ad Abano Terme,

dove è iniziata la protesta della signora Soile Lauti,

il parroco del Duomo, don Antonio Toigo,

ha detto che la “laicità non è sottrazione ma moltiplicazione.

Protesta chi il crocifisso non lo ha dentro”.

Mentre il preside dell’Istituto “Vittorino da Feltre”,

fre­quentato dai figli della signora Soile Lauti sottolinea che,

dal 2002, anno del primo ricorso, nessun'altra famiglia ha

chiesto di togliere i crocifissi dalle aule a dimostrazione che

“l’integrazione e l’inserimento promossi

dalla scuola hanno funzionato”.

di Antonio Gaspari

ROMA, venerdì, 6 novembre 2009 (ZENIT.org)



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