Un monaco si era seduto a meditare sulla riva di un ruscello.
Quando aprì gli occhi, vide uno scorpione che era caduto nell'acqua e lottava disperatamente per stare a galla e sopravvivere.
Pieno di compassione, il monaco immerse la mano nell'acqua, afferrò lo scorpione e lo posò in salvo sulla riva.
L'insetto per ricompensa si rivoltò di scatto e lo punse provocandogli un forte dolore. Il monaco tornò a meditare, ma quando riaprì gli occhi, vide che lo scorpione era di nuovo caduto in acqua e si dibatteva con tutte le sue forze.
Per la seconda volta lo salvò e anche questa volta lo scorpione punse il suo salvatore fino a farlo urlare per il dolore.
La stessa cosa accadde una terza volta.
E il monaco aveva le lacrime agli occhi per il tormento provocato dalle crudeli punture alla mano.
Un contadino che aveva assistito alla scena esclamò:
«Perché ti ostini ad aiutare quella miserabile creatura che invece di ringraziarti
ti fa solo male?».
«Perché seguiamo entrambi la nostra natura» rispose il monaco.
«Lo scorpione è fatto per pungere e io sono fatto per essere misericordioso».
E tu, per che cosa sei fatto?
(Bruno Ferrero, A volte basta un raggio di sole)
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